Redazione Online
BARI | Il caso di Suad è giunto al vaglio del ministero della Giustizia. Questa mattina, l'onorevole foggiana Colomba Mongiello, assieme ad altri cinque deputati del Partito democratico, ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, e potrebbe avere risposta in Parlamento la prossima settimana, durante la seduta del mercoledì. «Il ministro della Giustizia deve garantire la libertà e l'incolumità di Suad, che rischia di essere uccisa se estradata in Arabia Saudita» si legge nel testo che sarà pubblicato domani. Assieme alla firma dell'onorevole Colomba Mongiello, che nella scorsa legislatura in veste di senatrice (ora è alla Camera) è stata membro della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, quelle di Teresa Bellanova, Salvatore Capone, Dario Ginefra, Elisa Mariani e Michele Pelillo, che hanno ritenuto di «portare all’attenzione del Governo una vicenda umanamente drammatica e giuridicamente inquietante». La Corte d’Appello di Bologna aveva convalidato il suo arresto per «falso documentale». Un’accusa esistente nella legislazione dell’ultraconservatrice Arabia Saudita, ma non nell’ordinamento italiano, secondo il legale della famiglia, l’avvocato Simone Trombetti del foro di Bologna.
IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE | «Al ministero della Giustizia abbiamo chiesto, innanzitutto, di verificare l’applicabilità del reato di falso documentale in Italia ─ sottolinea l’onorevole Mongiello ─ quindi di garantire la tutela e l’incolumità di Suad anche rispetto ad un temuto rapimento. L’abbiamo fatto anche perché rappresentanti di uno dei Paesi promotori della campagna di abolizione della pena di morte del mondo ─ spiega ancora ─ dunque non possiamo accettare che una donna possa essere giustiziata per aver deciso autonomamente della propria vita senza fare del male ad alcuno. Nessuno tocchi Suad!». Al momento la 35enne saudita (che aveva già fatto 4 giorni di carcere) è sottoposta ad una misura cautelare restrittiva che non le consente di allontanarsi dalla città del marito, e che durerà (salvo revoche o permessi speciali) fino alla fine di giugno. L’onorevole Teresa Bellanova, raggiunta al telefono, interpretando la volontà degli altri firmatari dell’interrogazione, ha detto a Reteluna.it di essere «a disposizione della famiglia». Ha poi aggiunto che «come parlamentari seguiremo il percorso dell’interrogazione e solleciteremo il ministero a dare una risposta esaustiva».
LA POSIZIONE DEL GOVERNO BRITANNICO | In tutta questa storia il governo britannico nei prossimi giorni potrebbe prendere una posizione esplicita. Alcuni funzionari del ministero degli Esteri sono stati informati dalla stampa britannica nel corso di un meeting. Su internet è attiva una petizione di raccolta firme (http://firmiamo.it/no-all-estradizione-di-sarah-in-arabia-saudita). Il ministero degli Esteri saudita e la Farnesina, intanto, si preparano a festeggiare gli 80 anni di relazioni diplomatiche fra i due paesi amici. I festeggiamenti si sarebbero dovuti tenere a Roma nel febbraio scorso, ma sono stati posticipati (presumibilmente al prossimo ottobre) per consentire all’Italia di esercitare i lavori di rinnovo delle cariche istituzionali con nuove elezioni e la formazione del Governo in carica. Arrivare a quell’appuntamento accomodando la vicenda, consentendo a Suad da parte italiana di vivere serenamente col marito in Italia, e da parte saudita di potersi liberamente ricongiungere con le proprie sorelle, sarebbe senza dubbio il modo migliore per onorarli.
Mercoledì 15 maggio 2013
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